Perché l’A.Do.S.
La Campania, nonostante la celebrata generosità dei suoi abitanti, è da sempre agli ultimi posti nella raccolta del sangue, al punto che spesso si deve ricorrere ad altre regioni “più virtuose” che inviano il sangue ai Centri Trasfusionali della Campania.
Questo, a breve, non sarà più possibile.
La Campania, inoltre, è ancor più carente per quanto concerne la raccolta del Plasma. Dal sangue si ricava il plasma, dal plasma si ricavano gli “emoderivati”, cioè albumina, fattori della coagulazione, gammaglobuline ecc.
La raccolta di Plasma è talmente scarsa in Campania che la Regione deve acquistare dalle multinazionali farmaceutiche ingenti quantità di emoderivati, che invece si potrebbero ottenere dal Plasma dei donatori.
Queste gravi carenze sono causate da tre fattori:
Mancanza di “cultura della donazione”
La “cultura della donazione” è un fenomeno di massa, che coinvolge la popolazione, dove tutti sono convinti che donare sangue sia prima di tutto una cosa giusta, non un obbligo. La “cultura della donazione” presuppone che coloro che intervengono nel processo di “decision making” (il processo decisionale) siano consapevoli del loro compito educativo: gli insegnanti, i giornalisti, i politici, i religiosi, i medici, ecc. devono prendere coscienza della grande responsabilità che hanno nell’informare e formare i concittadini
Mancanza di programmazione
Una seria programmazione presuppone che i vertici politici, i professionisti, i trasfusionisti, i rappresentanti delle associazioni stabiliscano un piano per raccogliere il sangue in maniera sufficiente, sicura, organizzata. Significa stabilire tempi, modalità, ruoli, investimenti, con continuità e determinazione. In Campania non c’è niente di tutto questo. Anzi, al momento, la Campania è Regina dell’Antiprogrammazione.
Tutto è lasciato al caso e all’improvvisazione
Mancanza di coordinamento
In Campania vi sono diverse associazioni di donatori, dalle tante sezioni dell’AVIS, alle FIDAS, alla FRATRES, alla CRI e tanti cespugli di gruppi che localmente si impegnano per promuovere la donazione. Tutti tra di loro scollegati, anche all’interno delle stesse sezioni dell’Avis, ognuno si organizza per i fatti suoi, a volte danneggiandosi a vicenda


Per questi motivi nasce l’A.Do.S., per riunire le tante forze pur presenti in campo, per diffondere la cultura della donazione, che non può prescindere dalla ricerca scientifica e dall’innovazione nel campo della Medicina Trasfusionale, per contribuire a realizzare una seria programmazione.
L’A.Do.S. si appella alle migliori espressioni della società civile, alle forze dell’ordine, alle forze della protezione civile, ai militari, alle associazioni, ai tanti cittadini che vogliono il bene del loro territorio e dei loro concittadini.
L’A.Do.S. vuole coinvolgere, in modo concreto, le tante Case di Cura presenti sul territorio realizzando convenzioni specifiche, volte a diffondere la cultura della donazione all’interno delle stesse Case di Cura (fino ad oggi colpevolmente trascurate) e alla cura dei tanti concittadini che vi recano per curarsi.
L’A.Do.S. vuole tutelare i propri iscritti, garantendo loro prestazioni di medicina preventiva volte a tutelare il loro stato di salute e vantaggiose convenzioni.
Iscriversi all’A.Do.S. vuol dire entrare far parte di una grande famiglia.